Lettera del Direttore per gli Auguri di Buona Pasqua

Buona Pasqua, cari imprenditori

La situazione che stiamo vivendo – di malattia, di morte, di privazione e di paura – ci ha fatto tornare nudi come siamo nati, creature, ma a Pasqua noi riscopriamo come la speranza ci salvi, perché fondata su un Creatore che si è fatto creatura, su un Padre che ci ha regalato un Figlio, che condivide la nostra sofferenza e la morte, soprattutto che ci dona, con la risurrezione, la pienezza della vita.
La “quiete” pasquale, dopo la tempesta quaresimale, ci aiuterà a ridisegnare gli spazi, a rivalutare le relazioni, a guardare più spesso verso l’alto e, prima di tutto, a riconsiderare il valore della salute e della sanità. Auguri di Buona Pasqua agli imprenditori, commercianti, artigiani “costretti a chiudere le loro fabbriche, i loro laboratori, i loro negozi e che alla riapertura saranno chiamati a un supplemento di coraggio, di fatica; ai medici, agli operatori sanitari e ai volontari che da settimane dedicano ore ed ore, intelligenza, professionalità, oltre il tempo e il lavoro dovuto, diventando gli angeli che hanno curato e talora, purtroppo, accompagnato alla morte; .a politici e amministratori, Forze dell’ordine e Protezione civile, anziani e giovani, papà e mamme, che non hanno potuto accompagnare in chiesa i loro cari defunti, non hanno potuto visitare in ospedale i loro malati o gli anziani nelle case di cura, ma hanno potuto sentire ancora di più il valore della famiglia, della casa, degli affetti;
Non permettiamo al  coronavirus, il piccolo fantasmino che si è insinuato nelle nostra vita, di toglierci anche la Pasqua.
Il tempo è diventato tutto uguale, scandito da una dolorosa quotidianità, intrappolata nelle nostre case, che prima amavamo tanto ed ora ci sembrano prigioni. Non si può uscire di casa, il fantasmino è in agguato! Ci impedisce di andare a passeggio e goderci la primavera, ci impedisce di andare al supermercato, in piscina, in chiesa, a casa degli amici.
Ci impedisce perfino di andare ad aprire le attività commerciali. Chi l’avrebbe mai detto che quel luogo, che prima poteva sembrare sembrava una prigione, dove si andava a trascorrere tanto del nostro tempo a faticare per gestire l’azienda, ora viene visto come il luogo dell’accoglienza, della libertà, della comunità con cui crescere in allegria, confrontandoci con i clienti e amici.
Ebbene sì, come associazione non vediamo l’ora di riabbracciarvi, di farvi sentire quanto siete indispensabili per noi!
Una associazione da sola non può esercitare le sue funzioni, è come un giardiniere in un deserto, cosa può coltivare?
Una associazione ha bisogno di comunicare, ha bisogno della vostra attenzione, delle vostre proposte, della vostra memoria e della vostra curiosità.

Salvo Politino

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