Smart working, il lavoratore (anche turnista) non ha diritto al buono pasto

Il dipendente che, post Covid-19, è rimasto a lavorare in smart working, non ha diritto a ricevere il buono pasto, nonostante i propri turni di lavoro includano la fascia oraria del pranzo

Il quesito. A seguito dell’emergenza sanitaria ho cominciato a lavorare in smart working nella mia azienda con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Sono un impiegato addetto al servizio call center della gestione emergenze. Lavoro con un sistema di turnazione che, allorché mi recavo in azienda, mi dava diritto al buono pasto.
Il mio datore di lavoro ritiene che con il sistema di smart working io non abbia più diritto al ticket, nonostante i miei orari di lavoro (7.30–15.30, 15.30–23.30, 23.30–7.30) non siano cambiati, costringendomi dunque a lavorare anche durante i pasti. Il diritto al buono pasto cessa in presenza di condizioni di lavoro che non siano vincolate, ma, avendo io il vincolo della turnazione, la fattispecie non sarebbe quella del telelavoro? In questo caso il ticket non sarebbe ugualmente un mio diritto?
 G.C. – Napoli

La risposta. La ripartizione in turni dell’attività lavorativa… Leggi la news per intero su ILSOLE24ORE.COM

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