Cresce il numero di imprese a Catania, ma dati negativi nel commercio, nei trasporti e nell’edilizia

Cresce il numero di imprese a Catania, ma dati negativi nel commercio, nei trasporti  e nell’edilizia

Unimpresa, Politino: occorre rivitalizzare i centri storici 

Cresce il numero di imprese a Catania, ma dati negativi nel commercio, nei trasporti  e nell’edilizia. Queste le linee di tendenza che emergono dalla rilevazione sulla natalità e mortalità delle imprese condotta da Unimpresa Catania sulle informazioni del Registro delle Imprese della Camera di Commercio della Sicilia Orientale.. Più nel dettaglio nel corso del primo trimestre del 2018 le nuove imprese nella provincia sono state 1.843 a fronte di 1.304 cessazioni con un saldo positivo, quindi, di 539 unità (il dato nello stesso periodo del 2017 era +268). Imprese catanesi registrate, dunque, che a marzo 2018 hanno superato quota 103 mila unità.

In città il saldo tra imprese iscritte e cessazioni nel primo trimestre vede un saldo positivo di 109 unità, anche se in calo rispetto allo stesso dato dell’anno precedente (+129).

Dati positivi sicuramente influenzati dall’alto numero di imprese nuove iscritte che non sono identificabili nei principali settori o che ancora non hanno dichiarato l’inizio attività in CCIAA.

 

I settori. La più ampia riduzione del numero di imprese si registra nel commercio (-222), con un miglioramento rispetto al primo trimestre 2017, seguono edilizia, turismo, industria e trasporti. I dati allarmanti provengono proprio dai settori edilizia e trasporti che, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, vedono diminuire il numero delle nuove imprese iscritte e crescere in maniera esponenziale il numero delle cessazioni (nell’edilizia +60% di cessazioni rispetto al primo trimestre 2017).

Nella città di Catania, le imprese dei settori commercio, industria, turismo, edilizia e trasporti chiudono con un saldo negativo, in netto peggioramento rispetto allo scorso anno. Si assiste, infatti, ad un sostanziale calo delle imprese nuove iscritte e al conseguente aumento delle cessazioni, con il commercio davanti a tutti con un saldo negativo di 112 unità seguito dai settori edilizia e trasporti. Quest’ultimi, confermando il trend della provincia, mostrano una sostanziale crescita delle cessazioni rispetto allo scorso anno.

 

Le forme giuridiche. L’analisi per natura giuridica dei dati mostra un netto calo delle “Società di Persone”, con un saldo negativo di 178 unità, e  un forte aumento delle “Società di Capitali” che chiudono il trimestre con un saldo di +466. Confortante è il dato dello delle Ditte Individuali che rappresenta circa il 60% delle imprese nuove iscritte con 1089 nuove iscrizioni.

 

I dati del primo trimestre del 2018 – afferma Salvo Politino, Direttore di Unimpresa Catania – sono poco incoraggianti, ma ci corre l’obbligo di accompagnare le nuove realtà imprenditoriali affinchè possano nascere forti e svilupparsi prima. Per questo serve che gli Istituti di credito aiutino maggiormente nell’accesso al credito le imprese start-up, utilizzando anche gli strumenti che lo stato mette a disposizione come quello del Microcredito.

Nella provincia catanese, ma non solo, in tutta la nostra regione, è entrato in crisi il cuore del modello e cioè la natura delle piccole imprese e la loro metodologia di produrre beni e servizi. Questo perché da una parte sono entrati nuovi giocatori che hanno aumentato il livello di competitività richiesto dal mercato: nello stesso tempo le nostre piccole medie imprese hanno una bassa propensione ad investire nelle attività di ricerca e sviluppo che poi alla lunga si traduce in minore competitività dei prodotti italiani sugli altri mercati. Resta, comunque, confermata nel settore Pmi, una grande capacità, propria di ogni imprenditore, di fare gli aggiustamenti necessari in corso d’opera, nonché l’originalità e la fantasia; fattori determinanti per la riuscita di un prodotto, che però devono essere combinati con una forte dose di pragmatismo e senso pratico, per diventare sinonimo di successo.

C’è bisogno di imboccare con decisione – commenta Bernardo Catalano – Presidente di Unimpresa Catania – la via della concertazione e dell’accordo tra le varie parti sociali. Per uscire da questa crisi è necessario: per primo una politica di valorizzazione del tessuto produttivo puntando sulla qualità di prodotto e di processo; un miglioramento della qualità del territorio e quindi accogliere bene tutte le attività produttive sia in termini di servizi che di infrastrutture; ed infine una politica che abbia nuove proposte formative ben agganciate al territorio e con tutto il mondo dell’istruzione (scuole ed università).

Le imprese, come i cittadini, vivono ogni giorno sulla loro pelle non solo le difficoltà dell’attuale momento di crisi, ma anche quelle che riguardano il territorio. In particolare, coloro che gestiscono attività commerciali sono tra i più attenti osservatori dei cambiamenti della vita locale. Unimpresa Catania in vista del prossimo impegno elettorale, ha quindi raccolto le loro proposte e le loro priorità e le ha sintetizzate nel documento per i candidati sindaci. Ciò che emerge è che, pur riconoscendo le tante problematiche che le amministrazioni comunali sono chiamate ad affrontare, si chiede con forza di pensare al ruolo strategico del commercio per la vivibilità delle città: soprattutto, il ruolo dei negozi di vicinato che fanno città e assicurano un servizio ai cittadini, quello di poter fare la spesa sotto casa.

In primo luogo, la richiesta ai futuri amministratori è che non si perda di vista l’importanza di attivare specifiche politiche per rivitalizzare i centri storici attraverso la creazione dei Distretti Urbani del Commercio e i quartieri, nonché le azioni di contrasto al rischio di desertificazione commerciale degli stessi: invece che ai grandi templi, tutti uguali, dello shopping, si guardi alla bellezza dei centri commerciali naturali e ricchi di storia. Ogni situazione favorevole alla permanenza dei negozi di vicinato va quindi vista in positivo, come contributo alla vivibilità delle città e alla salvaguardia del nostro territorio e delle sue peculiarità. In tal senso un ruolo chiave lo riveste l’impegno, sempre più necessario, anche da parte degli amministratori locali, per potenziare il controllo del territorio contro furti, atti vandalici, micro e macro criminalità. Unimpresa Catania – conclude il Direttore Politino – invita poi i futuri sindaci ad attuare politiche che valorizzino le potenzialità turistiche del territorio, mettendo a disposizione strategie e risorse per aumentare il numero e la qualità degli eventi promozionali e culturali. In tema di mobilità e sosta, considerate le implicazioni che i possibili interventi hanno sulla rete distributiva locale, la richiesta è di coinvolgere nelle decisioni anche gli operatori del commercio, prima di qualsiasi stravolgimento viabilistico, di pedonalizzazione o di modifica delle condizioni d’accesso.  Quanto infine alla finanza locale, che sempre di più incide nella gestione delle attività commerciali, Unimpresa Catania chiede di abbassare la fiscalità locale, come ad esempio per la, tassa di occupazione del suolo pubblico e la tassa sui rifiuti, intervenendo sulla spesa pubblica e sui costi di servizio e prevedendo uno sgravio dei tributi locali per le nuove imprese che si insediano nel centro storico. Poi – conclude il Direttore Politino – andrebbero previsti criteri di premialità fiscale per le imprese che si impegnano nelle iniziative di promozione del brand Catania. In questo contesto è importante anche destinare la tassa di soggiorno a progetti rendicontati di sviluppo turistico e di marketing territoriale della città.

Assoesercenti Catania

About Assoesercenti Catania

View all posts by Assoesercenti Catania →

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *